Sentieri
Sentiero n. 46 Da Valle Ceppi (387 m) al Bric San Giacomo (660 m) per la valle del Rio Tepice
- lunghezza: km 4,1
- tempo di percorrenza: h 1.45
- dislivello in salita: 300 m
- dislivello in discesa: 30 m
Questo itinerario si sviluppa sul versante meridionale della Collina Torinese a nord di Valle Ceppi e lo risale dall’omonima valle fino allo spartiacque collinare all’interno del Parco naturale della Collina di Superga; attraversa il pregevole ambiente naturale dell’alto bacino del Rio Tepice, il più importante corso d’acqua del Chierese, e permette di apprezzare le numerose ed interessanti caratteristiche vegetazionali, faunistiche e geo-paleontologiche dell’area intorno alle sorgenti.
L’interessante area che si attraversa ha conservato notevoli qualità naturalistiche e paesaggistiche e costituisce una delle poche parti ancora poco antropizzate della Collina Torinese meridionale.
La chiesa parrocchiale di Valle Ceppi, intitolata alla Beata Vergine delle Grazie e a San Sebastiano, è il luogo di inizio del percorso; in questo punto iniziano anche i percorsi n. 44 per il Monte Aman, il percorso n. 51 per Baldissero e Cordova e transita il percorso n. 258 che segue il corso del Rio Tepice verso Chieri.
Dalla chiesa parrocchiale si segue via Civera risalendo verso nord, si superano i Tetti Dettoni, dopo i quali si stacca il percorso n. 44 a sinistra e poco più avanti il percorso n. 51 a destra; in poche centinaia di metri si raggiungono i Tetti Civera, dove termina la strada asfaltata.
Si lasciano così le ultime case e ci si inoltra nell’area boschiva, risalendo in lieve pendenza il fondovalle. Si tralascia una deviazione sulla destra ed in breve si raggiunge il Rio Civera (nome che il Tepice assume nel primo tratto). La traccia carrabile da questo punto per diverse centinaia di metri prosegue all’interno dell’alveo, permettendo di apprezzare vari microambienti ricchi di biodiversità creati dallo scorrere del rio: zone d’acqua più profonda, sinuose anse, tranquilli meandri dalle acque quasi ferme, pozze stagnanti, tratti a più forte corrente etc. Si può quindi osservare la presenza della caratteristica idrofauna, favorita anche dall’ottima qualità delle acque: anfibi (facilmente visibili nel periodo primaverile girini di rane verdi, rospi e raganelle, salamandre pezzate, tritoni crestati) e macroinvertebrati, meno appariscenti ma molto abbondanti e sensibili agli inquinanti. Continuando a salire lungo l’impluvio principale, si incontra un’ampia radura dove il rio traccia due grossi meandri; pochi metri più a monte si può fare una deviazione svoltando a destra e guadando il rio, per risalire un sentiero che si inerpica in una valletta laterale: qui dopo un centinaio di metri si trova sulla sinistra un impluvio secondario in cui l’erosione delle acque ha inciso profondamente il terreno in forte pendenza, mettendo in chiara evidenza la successione degli strati geologici, nei quali sono facilmente visibili reperti fossili.
La maggior parte di queste testimonianze paleontologiche e costituita da molluschi gasteropodi e bivalvi, ma sono presenti anche frammenti corallini, di echinodermi, di macroforaminiferi e di crostacei, risalenti a 24-20 milioni di anni fa; queste colline infatti si formarono fra il Miocene ed il Pliocene (tra 5 e 2 milioni di anni fa) quando si sollevarono i preesistenti fondali marini, ricoperti da depositi alluvionali, e da allora sono erose e modificate dagli agenti atmosferici e dai corsi d’acqua.
E’ importante salvaguardare l’integrità di questo luogo nel suo complesso, in quanto testimonianza storica dell’antica origine della Collina Torinese; si raccomanda quindi agli escursionisti di non asportare reperti e soprattutto non alterare il terreno con scavi e incisioni, come purtroppo è stato fatto nel passato in questo sito.
Ritornati lungo il rio principale si continua a risalire per alcune decine di metri fino ad incontrare sulla sinistra una pista forestale abbastanza evidente ed un po’ incassata nel versante; la si imbocca allontanandosi così dall’acqua salendo decisamente di quota per alcune centinaia di metri; si e immersi in una rigogliosa vegetazione arborea di latifoglie che varia salendo di quota dal ”bosco mesofilo di impluvio“ ricco di ontano, pioppo, salice e farnia, al fitto ”quercocarpineto“ di rovere e carpino bianco. Dopo circa un centinaio di metri di salita dal fondo valle, si trascura un ampio sentiero che sale verso destra e ci si sposta sul versante piu soleggiato; si compie una seconda deviazione a sinistra e, dopo una breve discesa, con una svolta a destra si riprende a salire arrivando così nei pressi di un traliccio dell’alta tensione, aggirato il quale il sentiero si fa meno ripido ed in breve si congiunge con una carrareccia orizzontale; si prosegue a destra, in direzione nord, sulla pista forestale che e diventata decisamente più ampia e battuta, fino a sboccare, dopo un’ampia curva verso destra, sull’asfaltata strada Palucco che collega la ”Panoramica“ (via dei Colli) con la strada da Baldissero a Superga (collegamento con percorso n. 50). Si svolta a sinistra e si risale per qualche centinaio di metri; sulla destra si fiancheggia una cava di ghiaia, dismessa da pochi anni, aperta su uno strato di conglomerato grossolano molto cementato. Il terreno intorno, formato da ciottoli scuri facilmente disgregabili, ospita una vegetazione erbacea di tipo xerofilo.
Poco oltre il cancello della cava, si abbandona l’asfalto per imboccare a destra una stradina (dal bivio, seguendo strada Palucco in salita si raggiunge in breve la strada Panoramica dove si trova il collegamento con la GTC); subito dopo il bivio, svoltando a sinistra su un sentiero ripido si sale in breve sul crinale e si raggiunge la sommità di Bric San Giacomo, a quota 660 metri, da cui si può osservare nella sua interezza l’alta valle del Tepice e la splendida veduta da sudovest a nordest sulle colline fittamente boscose, sulla piana chierese e su quella cuneese (intensamente coltivata), fino allo sfondo delle Alpi Cozie e Marittime, con in bella evidenza il Monviso. Questo ”bric“ molto modesto e dal nome poco conosciuto (e scambiato facilmente con Bric Palouc che in realtà e più ad est ed e ad una quota inferiore) è molto importante nella morfologia collinare perché costituisce il vertice fra tre versanti collinari, da cui nascono tre rii che con percorsi molto diversi raggiungono il Po: a nord il Rio Dora con molti suoi affluenti arriva al Po in pochi chilometri presso Sambuy a San Mauro; ad ovest il Rio di Serralunga arriva anch’esso al Po presso Sassi, unendosi alle acque del Rio Cartman; a sud il Rio Civera, lungo il quale si e snodato questo percorso, si unisce ad altri affluenti per formare il Rio Tepice, il quale compie un ampio percorso verso Chieri, aggirando poi Cambiano e Trofarello, per arrivare al Po fra Moncalieri e Villastellone.
Dal Bric San Giacomo, proseguendo sul sentiero verso nord-ovest si scende rapidamente al piccolo piazzale lungo l’asfaltata strada Panoramica, dove termina l’itinerario e si può fare rifornimento di acqua.