Itinerari letterari.
Sui passi di Cesare Pavese attraverso la collina torinese
Scribacchio e studio tutto il santo giorno e quando, preso dalla rabbia, scappo fuor di casa, ho intorno un giogo di colline, tutte boschi, ch’è una meraviglia vagabondarli.
(Cesare Pavese, lettera ad Augusto Monti, Reaglie, agosto 1926)
Tra i molti sentieri che si diramano da Pino Torinese, alcuni permettono di raggiungere facilmente i luoghi della collina dove ha vissuto Cesare Pavese e che hanno ispirato la sua scrittura. Qui di seguito sono descritti alcuni dei percorsi possibili, accompagnati da brani di lettere, appunti e testi letterari riferiti alla collina torinese.
Gli itinerari sono ad anello, con partenza e arrivo a Pino Torinese. I percorsi hanno una difficoltà bassa o media e possono essere completati senza attrezzature particolari. È comunque consigliato l’uso di scarpe da trekking, dato che in alcuni passaggi il terreno potrebbe essere umido o fangoso, in particolare nelle stagioni più piovose. Lungo i percorsi non sempre sono disponibili fontane di acqua potabile e quindi è opportuno dotarsi di borraccia. I tempi di percorrenza indicati sono relativi a ritmi di marcia medi. I punti di partenza hanno nelle vicinanze parcheggi per le auto e sono in prossimità di fermate dell’autobus della linea GTT n. 30 (capolinea in corso San Maurizio, Torino, direzione Chieri, e viceversa).
Soltanto in alcune occasioni è stato possibile trovare la corrispondenza esatta tra i luoghi evocati da Pavese e la loro collocazione geografica. In alcuni casi, le informazioni contenute nei suoi testi sono sommarie; in altri, la sua immaginazione ha mutato i connotati reali dello spazio per offrirne una trasfigurazione letteraria ricca di suggestioni. Quasi tutti gli itinerari raggiungono la casa in collina appartenuta alla famiglia di Cesare Pavese, in strada Fenestrelle 253, che, pur essendo già nel territorio del comune di Torino, è facilmente raggiungibile attraverso i boschi che circondano Pino Torinese. Per abbreviare i percorsi, arrivati in strada Fenestrelle è possibile ritornare su strada del Cresto e scendere fino a Reaglie: qui è possibile prendere il bus GTT n. 30 per tornare a Pino Torinese.
È in programma l’allestimento di pannelli lungo i sentieri della collina per rendere più semplice seguire le tracce della vita di Pavese e delle sue opere che descrivono la collina torinese. I percorsi escursionistici, accompagnati da una selezione di brani tratti da poesie e racconti di Pavese, sono un invito alla lettura delle sue opere e all’esplorazione di uno spazio naturalistico e storico poco conosciuto, ma denso di fascino.
Percorso 1
Da Pino Torinese a Casa Pavese, attraverso la borgata Centocroci e la valle di Mongreno, e ritorno
Un itinerario sulla cresta della collina, tra Pino Torinese e Reaglie, per raggiungere le casa di Cesare Pavese
(4 ore circa)
Parti dal parcheggio di via Martini 16. Raggiungi il vicino belvedere sul sagrato della chiesa parrocchiale di Pino Torinese, da dove si possono osservare Chieri con le sue colline e la pianura verso il Monferrato, il Roero e le Langhe. Sali lungo via Maria Cristina e continua su via Camandona fino ad arrivare in via dei Colli. Svolta a sinistra fino a via Torino. Svolta a destra in direzione di Reaglie fino a imboccare strada Centocroci. Dopo poche decine di metri, svolta a destra entrando nel bosco e seguendo il sentiero 45. Prosegui fino al punto panoramico nella valle di Mongreno.
Oggi vedevi la grossa collina a conche, il ciuffo d’alberi, il bruno e il celeste, le case, e dicevi: «È com’è. Come dev’essere. Ti basta questo. È un terreno perenne. Si può cercar altro? Passi su queste cose e le avvolgi e le vivi, come l’aria, come una bava di nuvole. Nessuno sa che è tutto qui.
Il mestiere di vivere 1935-1950,
a cura di Marziano Guglielminetti, Laura Nay, Einaudi, Torino 1990, p. 327
Ritorna indietro fino all’incrocio con il sentiero 22A. Svolta a destra e prosegui fino a strada del Cresto: qui gira a sinistra fino all’imbocco di strada Fenestrelle. A questo punto gira a destra e prosegui fino al numero civico 253, dove si trova la casa in collina in cui ha abitato Cesare Pavese.
Si prendeva la salita, e ciascuno parlava della città condannata, della notte e dei terrori imminenti. Io che vivevo da tempo lassù, li vedevo a poco a poco svoltare e diradarsi, e veniva il momento che salivo ormai solo, tra le siepi e il muretto. Allora camminavo tendendo l’orecchio, levando gli occhi agli alberi familiari, fiutando le cose e la terra. Non avevo tristezze, sapevo che nella notte la città poteva andare tutta in fiamme e la gente morire. I burroni, le ville e i sentieri si sarebbero svegliati al mattino calmi e uguali. Dalla finestra sul frutteto avrei ancora veduto il mattino. Avrei dormito dentro un letto, questo sì. Gli sfollati dei prati e dei boschi sarebbero ridiscesi in città come me, solamente più sfiancati e intirizziti di me. Era estate, e ricordavo altre sere quando vivevo e abitavo in città, sere che anch’io ero disceso a notte alta cantando o ridendo, e mille luci punteggiavano la collina e la città in fondo alla strada. La città era come un lago di luce.
La casa in collina,
in Tutti i romanzi, a cura di M. Guglielminetti, Torino, Einaudi, 2000, pp. 369-370
A questo punto, torna indietro fino alla strada comunale del Cresto; prendi il sentiero 22 fino ad arrivare in strada Centocroci e quindi imbocca via Torino, in direzione di Pino Torinese.
Raggiungendo lo stradone sulla vetta, andammo spediti. Era il borgo del Pino. Da qui, dai balconi delle case che strapiombavano, s’intravedeva la pianura di Chieri, sconfinata, fumosa.
La casa in collina,
in Tutti i romanzi, cit., p. 399
Prosegui fino all’inizio della strada Panoramica. Svolta a sinistra e poi prosegui per imboccare a destra via Camandona. Prosegui poi lungo via Maria Cristina per raggiungere il belvedere della chiesa parrocchiale.
Percorso 2
Da Pino Torinese a Casa Pavese, attraverso la borgata Centocroci, e ritorno
Attraverso i sentieri, alla scoperta dei boschi che si affacciano verso Torino
(2,5 ore circa)
Questo itinerario è una variante più breve del Percorso 1. Parti dalla strada Panoramica (via dei Colli, angolo via Torino). Imbocca via Torino in direzione di Reaglie e poi svolta in strada Centocroci; al fondo della strada, prendi il sentiero 22, fino all’incrocio con strada del Cresto: qui gira a sinistra fino all’imbocco di strada Fenestrelle.
Non avevo più letto un giornale da un mese e non sapevo neanche come andava il campionato. Chi sa quante belle partite giocavano dappertutto. Poi verso sera Pieretto prendeva Michela, e andavamo a ballare sotto la collina. Si vedeva da questo che qui era campagna: le due colline erano terra lavorata e basta, un sole d’inferno le scaldava; tutt’al contrario da quelle del Po che, anche nel forte dell’agosto, hanno qualcosa di fine, hanno l’aria più fresca e sembrano sempre coperte d’ombra, e fa piacere vederle anche soltanto in fondo a un corso.
Paesi tuoi,
in Tutti i romanzi, cit., p. 70
A questo punto gira a destra e prosegui su strada Fenestrelle fino al numero civico 253, dove si trova la casa in collina in cui ha abitato Cesare Pavese. Torna indietro fino a strada del Cresto per prendere nuovamente il sentiero 22 e arrivare in strada Centocroci. Di qui prosegui per via Torino, in direzione di Pino Torinese, fino all’inizio di via dei Colli (strada Panoramica).
Percorso 3
Da Pino Torinese a Casa Pavese, attraverso Tetti Goffi e Reaglie, e ritorno attraverso la borgata Centocroci
Un itinerario lungo l’antica carrareccia che collega Pino Torinese a Reaglie, fino a raggiungere la casa in collina di Pavese
(4 ore circa)
Parti dal parcheggio di via Martini 16, a Pino Torinese. Raggiungi il vicino belvedere sul sagrato della chiesa, da dove si possono osservare Chieri con le sue colline e la pianura verso il Monferrato, il Roero e le Langhe. Sali lungo via Maria Cristina e continua su via Camandona fino ad arrivare in via dei Colli. Svolta a sinistra fino a via Torino e qui svolta a destra in direzione di Reaglie. Raggiungi e supera la casa cantoniera, proseguendo in direzione Reaglie. Passa sul marciapiede sulla sinistra attraversando la strada con grande attenzione e prosegui per raggiungere la Bottega del Frè. Qui imbocca la strada sterrata in discesa fino al rio della Bossola, dove svolti a destra lungo il sentiero 40 in direzione Tetti Goffi.
Si è veduto stasera venire giù l’acqua
per i fossi, in collina, e la terra ingiallita
dalle foglie e dal fango. Ma, sopra il sentore
della terra, uno sterile tanfo di fiori
che succhiavano l’acqua, e tra i fiori, le ville
che grondavano pioggia. Soltanto dall’altro versante,
arrivare sul vento un sentore di vigna.
Gente non convinta, vv. 9-15
Superata la località Tetti Goffi, scendi lungo la strada asfaltata che arriva fino al rio Reaglie e lo costeggia. Prosegui fino alla chiesa di Reaglie e quindi sali verso corso Chieri.
Presero il tram per far più presto e non sapevano perché. Ginia diceva, camminava, sceglieva le strade come avesse uno scopo. Quando attaccarono la salita, cominciò a piovigginare, e Amelia si lamentava e non voleva più saperne. – È solo nebbia che cade, – disse Ginia, – non è niente –. Erano ormai sotto le piante dei parchi, per lo stradale vuoto, dove pareva di esser fuori del mondo e si sentiva soltanto lo sciacquìo del fosso e, lontano alle spalle, il sobbalzo di qualche tram. Si cominciava a respirare un’aria bagnata e aperta e, più che freddo, si sentiva odore di foglie marce. Amelia poco alla volta si svegliava, e trottavano a braccetto sull’asfalto e ridevano dicendo che bisognava esser matte e che nemmeno le coppiette non andavano in collina con quel tempo.
La bella estate,
in Tutti i romanzi, cit., p. 538
Attraversa corso Chieri. A poca distanza dall’incrocio, in direzione Torino, si trova la Trattoria L’ultima spiaggia, ai tempi di Pavese chiamata Trattoria dell’orso che lo scrittore spesso frequentava.
I giorni che mangia,
porta ancora con sé pochi amici a metà la collina:
là si chiudono in qualche osteria e ne cantano un pezzo
loro soli, da uomini.
Ozio, vv. 32-35
L’itinerario prosegue salendo lungo corso Chieri per alcune decine di metri, fino a imboccare strada del Cresto. Di qui sali fino a incrociare strada Fenestrelle, che puoi percorrere per raggiungere il numero civico 253, dove è la casa già di proprietà della famiglia Pavese. A questo punto, ritorna indietro fino a strada del Cresto: sali leggermente e prendi il sentiero 22 fino ad arrivare a strada Centocroci.
C’era un cane, lontano lassù, che abbaiava. O una cagna: più facile. La collina era tutta scura; dormivano tutti. Dico: Michela riderebbe se mi vedesse in questo stato. Pensavo a Corso Bramante sotto la collina: anche a essere solo, uno almeno è a Torino, e a mezzanotte trova ancora tutto aperto.
Paesi tuoi,
in Tutti i romanzi, cit., p. 27
Prosegui lungo strada Centocroci fino a raggiungere via Torino e poi l’inizio della strada Panoramica. Svolta a sinistra e poi prosegui per imboccare a destra via Camandona. Prosegui poi lungo via Maria Cristina per raggiungere il belvedere della chiesa parrocchiale.
Percorso 4
Da Pino Torinese a Casa Pavese e Mongreno, attraverso Tetti Goffi, e ritorno attraverso borgata Centocroci
Tra boschi, rii e sentieri, per scoprire com’era la collina di Torino un secolo fa
(5 ore circa)
Questo itinerario è una variante più lunga del Percorso 3. Parti dal parcheggio di via Martini 16, a Pino Torinese. Raggiungi il vicino belvedere della chiesa parrocchiale, per osservare Chieri con le sue colline e la pianura verso il Monferrato, il Roero e le Langhe. Sali lungo via Maria Cristina e continua su via Camandona fino ad arrivare in via dei Colli. Svolta a sinistra fino a via Torino e qui svolta a destra in direzione di Reaglie. Raggiungi e supera la casa cantoniera, proseguendo in direzione Reaglie. Passa sul marciapiede sulla sinistra attraversando la strada con grande attenzione e prosegui per raggiungere la Bottega del Frè. Qui imbocca la strada sterrata in discesa fino al rio della Bossola, dove svolti a destra lungo il sentiero 40 in direzione Tetti Goffi.
Insomma, il tuo stupore dei 16-19 anni era che la realtà (la cavedagna di Reaglie sotto le stelle, i boschi di forti frassini a far lance ecc.) fosse la stessa che Omero e D’Annunzio sottacevano. Prima c’era stata la commozione ispirata dai segni delle cose (poesie, favole, miti); di qui hai riconosciuto la bellezza e l’interesse del mondo delle cose.
Il mestiere di vivere, cit., p. 257
Superata la località Tetti Goffi, scendi lungo la strada asfaltata che arriva fino al rio Reaglie e lo costeggia (sentiero 40). Prosegui fino alla chiesa di Reaglie; quindi sali verso corso Chieri e attraversalo. A poca distanza, scendendo in direzione Torino, si trova la Trattoria L’ultima spiaggia, ai tempi di Pavese chiamata Ristorante dell’Orso che lo scrittore spesso frequentava.
Verso sera prendemmo la vecchia strada della collina che tante volte in passato avevamo percorso insieme, e finimmo in una saletta tra di casa d’appuntamenti e di trattoria che da studenti c’era parsa il non-plus-ultra del vizio. Facemmo la passeggiata sotto una fresca luna estiva che ci rimise un poco dall’afa del giorno.
La spiaggia,
in Tutti i romanzi, cit., pp. 93-94
L’itinerario prosegue salendo lungo corso Chieri per alcune decine di metri, fino a imboccare strada del Cresto. Di qui sali fino a incrociare strada Fenestrelle, che puoi percorrere per raggiungere il numero civico 253, dove è la casa in collina di Pavese. Ritorna indietro lungo strada Fenestrelle e svolta a sinistra, proseguendo su strada comunale del Cresto fino a incrociare il sentiero 45 (strada del Cimitero): imboccalo a destra, in direzione di strada Centocroci (dove si sovrappone al sentiero 22A). Raggiungi la casa cantoniera e imbocca via Torino in direzione di Pino. Raggiungi l’inizio della strada Panoramica, svolta a sinistra e poi prosegui per imboccare a destra via Camandona. Prosegui poi lungo via Maria Cristina per raggiungere il belvedere della chiesa parrocchiale.
Percorso 5
Da Pino Torinese a Casa Pavese, attraverso Pian Mongino e Tetti Goffi, e ritorno
In mezzo agli alberi si aprono radure improvvise per scoprire un altro orizzonte
(4 ore circa)
Parti dal parcheggio a fianco del Ristorante La Pigna d’Oro (via Roma 130): di qui si può osservare uno scorcio che si apre verso la pianura del Chierese. Sali lungo via Roma, verso il centro di Pino Torinese.
Comparvero anche al Pino manifesti militari.
La casa in collina,
in Tutti i romanzi, cit., p. 434
Nella zona vicino all’attuale fermata dell’autobus GTT n. 30 (Pino Centro), vi erano alcune osterie, frequentate da Pavese.
Io girellai fino al finestrone di fondo. Di là si vedeva la pianura assolata.
La casa in collina, cit., pp. 399-400
Poco distante, dall’altro lato della strada, vi erano probabilmente alcuni vistosi cartelli pubblicitari, ricordati da Pavese.
Il mattino dopo nel semibuio Masin era già di collaudo sulla salita del Pino. Un meandro faticoso che s’arrampica in mezzo a vigne e alberi – un piacere percorrerlo attaccando le marce – e dietro giù nella valle, Torino. […] Per fortuna, c’era quasi. Fece l’ultimo tratto pianeggiante sulla cresta della collina, maledì un turbine di macchina che gli sferzò [sic] accanto ed entrò nel paese deserto a quell’ora. Cercò la trattoria dove scendeva sempre, all’entrata da occidente, vicino ai grandi cartelli gialli, rivolti alla strada, dell’Atlantic Oil e della Spidolèine.
Ciau Masino,
in Tutti i racconti, a cura di M. Masoero, Torino, Einaudi, 2002, p. 338
Risali ancora lungo via Roma e supera l’incrocio con via Superga, dove vi è il semaforo. Prosegui fino alla rotonda successiva e imbocca a sinistra via Pietra del Gallo. Superata la sede della Croce Rossa, dopo poche decine di metri, svolta a destra in via Osservatorio e sali fino alla curva a gomito. Qui attraversa il cancello pedonale del parcheggio dell’ex impianto di risalita. Imbocca il sentiero 40 alle spalle dell’ex impianto di risalita e percorrilo fino a Pian Mongino. Di qui è possibile scorgere Chieri in lontananza.
Le poche volte ch’ero uscito per Chieri e mi ero spinto fino al viale d’accesso, non avevo veduto che piazzette tranquille, bassi portici, e chiese, rosoni, portali. Era incredibile che in questo e negli altri paesi, dappertutto in provincia, scorresse il sangue, si tendessero agguati, non ci fosse più legge. Quel vecchio mondo del culto e dei simboli, della vigna e del grano, delle donnette che pregavano in latino ma capivano in dialetto, dava un senso ai miei giorni, alla mia vita rintanata.
La casa in collina, cit., p. 461
Segui il sentiero 40 lungo la strada provinciale in direzione dell’Eremo per qualche decina di metri.
Per strano che paia, non eravamo mai saliti fino in cima, almeno per quella strada. Ci doveva essere un punto, un valico, dove la strada pianeggiava, il balzo estremo della costa, ch’io immaginavo come un’ultima siepe, un balcone aperto sul mondo esterno elle pianure. Da altri punti delle colline, da Superga, dal Pino, avevamo già guardato di là, in pieno giorno. Oreste ci aveva additato all’orizzonte di quel mare di bricchi ombre vaghe e selvose, i suoi paesi.
Il diavolo sulle colline,
in Tutti i romanzi, cit., p. 565
Continua sullo stesso sentiero che sale ripido all’interno del bosco, sulla pendice orientale, e conduce sulla sommità del Bric Rosero. Percorso tutto il crinale, discendi sulla strada provinciale a breve distanza dell’antica Cascina Margaria.
Una cosa che lo esaltava erano i mostri preistorici e la vita dei selvaggi. Gli portai altri libri illustrati, e giocavamo a immaginarci che in quella conca sul sentiero del Pino, tra i muschi e le felci, in mezzo agli equiseti, fosse la tana dei megateri e dei mammut.
La casa in collina, cit., p. 413
Di qui prosegui sulla strada in direzione dell’Eremo per un breve tratto. Superata la rotonda entra nuovamente nel bosco, seguendo a destra l’antica strada Termo del Forà (o Strà dj Arsete) che, correndo con lievi saliscendi sul confine dei comuni di Pino e di Pecetto, termina sulla strada Val San Martino Superiore.
Le colline e le rive del Po sono un giallo bruciato
e noi siamo saliti quassù a maturarci nel sole.
Estate di San Martino
Seguendo questa strada, ignora un primo sentiero sulla destra (che si ricollega a Pian Mongino) e imbocca il successivo che, mantenendosi sulla dorsale delimitata da un lato dal rio della Maddalena e dall’altro dal rio dell’Inferno, scende nella valle di Reaglie.
Passai metà della mattina nei boschi, nella conca sul sentiero del Pino ritrovando i muschi e i vecchi tronchi. Mi parve ieri che c’ero salito con Dino, mi chiesi per quanto tempo ancora sarebbe stato il mio solo orizzonte, e guardavo il cielo fresco come una vetrata di chiesa. […] Tornando passai per una cresta da cui si dominava il versante delle Fontane. Molte volte con Dino avevamo cercato di lassù lo stradone e la casa.
La casa in collina, cit., p. 448
Dal fondovalle, superato il rio della Maddalena, svolta a destra sul sentiero per raggiungere la borgata di Tetti Goffi. Scendi lungo i tornanti della strada asfaltata, sino alla confluenza con strada dei Forni. L’itinerario prosegue nel fondovalle a fianco del rio, lungo la pianeggiante strada dei Forni e dei Goffi, permettendo in breve tempo di raggiungere la chiesa di Reaglie. Qui sali verso corso Chieri e attraversalo. Prosegui fino a imboccare strada del Cresto. Sali poi fino a strada Fenestrelle, dove puoi raggiungere il numero civico 253: qui vi è la casa appartenuta alla famiglia Pavese. Torna poi indietro fino alla strada comunale del Cresto.
Si udì il canto di un gallo, strepitoso e lontano; si udì dalla strada del Pino il cigolio di carri in condotta.
La casa in collina, cit., p. 449
Prendi il sentiero 22 fino ad arrivare nella borgata Centocroci e quindi raggiungi via Torino, da dove puoi ritornare al centro di Pino Torinese e qui risalire al punto di partenza, nei pressi della chiesa parrocchiale.
Percorso 6
Da Pino Torinese a Pecetto (Casa Allason), attraverso Pian Mongino, e ritorno
Il profumo dei boschi e la luce della collina invitano alla scoperta di Cesare Pavese
(5 ore circa)
Parti dal parcheggio di via Martini 16. Raggiungi il vicino belvedere sul sagrato della chiesa parrocchiale di Pino Torinese, da dove si possono osservare Chieri con le sue colline e la pianura verso il Monferrato, il Roero e le Langhe.
Da quando sapevo che nessuno era più stato a cercarmi, ero uscito nella viuzza, ero giunto a una piazzetta — solenne e incredibile, c’era una chiesa e un campanile — avevo visto dietro i tetti la collina, la collina del Pino lontana, violacea. Ma valeva la pena correre rischi, se la guerra finiva domani? Stavo meglio in cortile.
La casa in collina, cit., pp. 458-459
Scendi da via Maria Cristina fino all’arco in mattoni, quindi volta a destra fino in via Molina e poi in piazza del Municipio. Percorri tutta via Folis, costeggiando il giardino pubblico alle spalle degli edifici comunali, e raggiungi strada Pietra del Gallo: qui si interseca la Grande traversata della collina torinese (GTC) e si stacca il sentiero 40. Percorri strada Pietra del Gallo, delimitata da ville e giardini, fino al suo termine; prosegui poi lungo un’ampia carrareccia che, attraverso il bosco, conduce in località Mongino. Sulla collina a destra si scorge la sommità della struttura del Planetario-Museo dello Spazio Infini.To che puoi raggiungere con una digressione del sentiero principale.
Me ne andai col fagotto, com’ero venuto. Lasciai Chieri, palpitante e felice, e al tramonto, col sole negli occhi, sulla vetta dei colli brulli ma umidi di primavera, spaziavo lo sguardo come da tempo avevo ormai dimenticato.
La casa in collina, cit., p. 462
A Pian Mongino, poco prima di raggiungere la strada provinciale Pino Torinese-Eremo, in corrispondenza di una biforcazione segui il percorso di sinistra che scendendo al limite fra il prato e un campo coltivato, in direzione di un albero da frutto isolato. Entra nuovamente all’interno del bosco. Poche centinaia di metri più avanti abbandona il sentiero principale per imboccare a destra una traccia di sentiero che, dapprima in lieve discesa e poi via via più ripida, termina in strada Rosero. Quindi svolta a destra, seguendo il sentiero 33 (GTC), fino a imboccare strada Eremo che percorri in salita per alcune decine di metri. Imbocca nuovamente il GTC fino ad incrociare il sentiero 31, passando sotto Bric San Viter e arrivando alla strada della Pera del Tesor. Qui imbocca il sentiero 32 fino ad arrivare in via Allason 2. Torna per lo stesso percorso fino a Pian Mongino: di qui è possibile scorgere Chieri.
Ma l’Elvira mi disse che ci aveva pensato, che mi aveva trovato un bel rifugio sicuro. Era oltre il Pino, in pianura, il collegio di Chieri, una casa tranquilla con letti e refettorio. – C’è un bel cortile e fanno scuola. Starà bene, – mi disse.
La casa in collina, cit., p. 452
Prendi il sentiero 40 fino all’ex stazione di partenza dell’impianto di risalita. Percorri tutto il piazzale e attraversa il cancello pedonale. Scendi lungo strada Osservatorio fino a via Pietra del Gallo; qui svolta a sinistra e raggiungi via Roma che percorri in discesa fino al semaforo. Attraversa la strada e sali in via Superga. Al primo quadrivio, gira a destra su via Camandona.
A San Mauro ci mangiammo del salame seduti sull’argine, e guardavamo le colline scure dove Lario diceva che suo nonno era andato a caccia con Don Bosco, ma a me piaceva di più il Po e me lo godevo e non dicevo che quell’acqua era passata da Torino.
Il compagno,
in Tutti i romanzi, cit., p. 174
Continua fino al parcheggio di via Martini 16 nei pressi della chiesa parrocchiale.
Percorso 7
Da Pino Torinese a Casa Pavese, attraverso Pecetto (Casa Allason), Tetti Goffi e Reaglie, e ritorno
Un itinerario sorprendente che collega, con lo sguardo, le Langhe e la casa in collina di Cesare Pavese
(5 ore circa)
Parti da piazza del Municipio, imbocca via Folis e quindi via Pietra del Gallo. Superata la sede della Croce Rossa, dopo poche decine di metri, svolta a destra su via Osservatorio e sali fino alla curva a gomito. Qui entra dal cancello pedonale del parcheggio dell’ex impianto di risalita. Imbocca il sentiero 40 alle spalle dell’ex impianto di risalita e percorri il sentiero fino a Pian Mongino.
Dalle vette delle colline, dove appariva un istante, per sprofondarsi giù fulmineo, la grande città fumante nella pianura.
Trilogia delle macchine, II. Il cattivo meccanico,
in Tutti i racconti, cit., p. 267
Da Pian Mongino il percorso procede lungo la strada provinciale in direzione dell’Eremo per un centinaio di metri fino a incontrare, sulla sinistra, una carrareccia che scende al limite tra il bosco e l’ampia e panoramica radura coltivata, in direzione di via Rosero. Dopo un breve tratto lascia la carrareccia e segui sulla destra un ripido sentiero all’interno del bosco che, salendo sulla pendice orientale, conduce sulla sommità del Bric Rosero. Percorso tutto il crinale, discendi nuovamente sulla strada provinciale a breve distanza dell’antica Cascina Margaria. Imbocca la strada Antica dell’Eremo e poi prendi il sentiero 32, fino a villa Allason (via Allason 2, Pecetto), luogo di incontro di Cesare Pavese con amici e amiche. A questo punto, torna indietro attraverso il sentiero 32 e arriva fino alla strada Antica dell’Eremo, dove giri a destra fino a raggiungere strada Eremo.
Mi dicevano Pablo perché suonavo la chitarra. La notte che Amelio si ruppe la schiena sulla strada di Avigliana, ero andato con tre o quattro a una merenda in collina — mica lontano, si vedeva il ponte — e avevamo bevuto e scherzato sotto la luna di settembre, finché per via del fresco ci toccò cantare al chiuso.
Il compagno, cit., p. 149
Sali fino alla rotonda della Margaria.
Scendemmo un pezzetto di strada, fino al terrazzo di una curva dove il bagliore di Torino faceva riverbero. Ci fermammo sul ciglio. Noialtri salendo non c’eravamo mai voltati. Poli, col braccio sulla spalla d’Oreste, guardò il mare di luci. Gettò la sigaretta e guardava.
— Allora. Che si fa? — disse Oreste.
— Quant’è piccolo l’uomo, — disse Poli. — Straducce, cortili, comignoli. Visto di qui sembra un mare di stelle. Eppure quando uno c’è in mezzo non se n’accorge.
Il diavolo sulle colline,
in Tutti i romanzi, cit., p. 569
Imbocca il sentiero 33/20 verso la cascina Termo Forà e la Borgata Forni. Quindi scendi fino al rio Reaglie. L’itinerario prosegue nel fondovalle, a fianco del rio, lungo la pianeggiante strada dei Forni e dei Goffi, permettendo in breve tempo di raggiungere la chiesa di Reaglie. Sali verso corso Chieri, attraversalo e sali fino alla strada comunale del Cresto che percorri fino all’incrocio con strada Fenestrelle: di qui raggiungi il numero civico 253 di strada Fenestrelle, dove è la casa appartenuta alla famiglia Pavese. Torna poi indietro fino alla strada comunale del Cresto. Sali leggermente e prendi il sentiero 22 fino ad arrivare alla borgata Centocroci. Quindi raggiungi via Torino, da dove puoi ritornare al centro di Pino Torinese e qui risalire al punto di partenza, nei pressi della chiesa parrocchiale.
Percorso 8
Da Pino Torinese a Casa Pavese, passando per Superga, e ritorno
Panorami inaspettati si aprono lungo i sentieri più suggestivi della collina torinese
(6 ore circa)
Dal bellissimo piazzale panoramico di fronte la Chiesa della Santissima Annunziata di Pino Torinese sali lungo via Maria Cristina fino a raggiungere e superare il cimitero. Raggiunta l’area dell’eliporto, imbocca il sentiero della Grande traversata della collina torinese (GTC), arrivando fino a via dei Colli (strada Panoramica di Superga).
Poi si trovarono sedute su una panchina e nessuno passava, perché non era più né presto né tardi. Finirono la sera in una sala da ballo in collina.
La bella estate,
in Tutti i romanzi, cit., p. 497
Percorri via dei Colli fino all’area pic-nic (di fronte al Parco Avventura) e imbocca sulla sinistra il “Sentiero degli Alberi”, sempre continuando sul GTC e raggiungi, attraverso un tratto di saliscendi, la Basilica di Superga.
Andavamo forte, sotto gli alberi alti. Quando la salita si raddolcì, cominciammo a vedere dall’alto le colline, la valle, la pianura di Torino. Non ero mai stata a Superga. Non sapevo che fosse così alto. Certe sere, dai ponti di Po, la si vedeva nera e ingioiellata di una corona di luci, una collana gettata per storto sulle spalle di una bella signora. Ma adesso era mattino, era fresco e c’era un sole d’aprile che riempiva tutto il cielo.
Tra donne sole,
in Tutti i romanzi, cit., p. 766
Dal piazzale della Basilica di Superga scendi alla stazione di arrivo della tranvia e poi imbocca il sentiero 26, scendendo in direzione Torino, fino alla stazione di Pian Gambino della cremagliera.
Manovrò sulla strada e ripartì verso Torino. Per i viali deserti della periferia accostammo la collina nera nella notte. Poi corremmo lungo il Po sotto le coste. Passò Sassi.
Il diavolo sulle colline,
in Tutti i romanzi, cit., pp. 575-576
Prosegui ancora sul sentiero 26 in direzione della Borgata Tetti Canera e poi costeggia un’antica cappella: di qui, arriva all’altezza della Cascina Beria Grande dove vi è un interessante punto panoramico. Svolta sulla sinistra e dopo un tratto, superata Villa Maletti, imbocca a destra il sentiero 24. Percorri la passerella Tetti Bertoglio per superare la strada del Traforo di Pino. Continua sullo stesso sentiero ed entra nel parco presso Villa Ottolenghi, nella Valle del Cartman. Sali lungo strada comunale del Cresto. Quando arrivi alla sommità della collina, prosegui fino all’incrocio e poi svolta a destra in via Fenestrelle che percorri fino ad arrivare al numero civico 253 dove sorge la casa nella quale per un decennio visse Cesare Pavese.
Passeggiando sul Lungo Po, davanti al Monte dei Cappuccini. Imbrunire nebbioso, le ville scompaiono, restano i dorsi scuri, irsuti dei colli, selvaggi, sfumati. A che serve questa bellezza – che cosa significa, almeno?
Il mestiere di vivere, cit. p. 378
Torna indietro fino alla strada comunale del Cresto, svolta a sinistra e poi a destra dove prendi il sentiero 22, in direzione di Pino Torinese. Passando a fianco di Villa Tabasso, prosegui lungo il sentiero che sale sul crinale e porta alla borgata di Centocroci. Raggiungi via Torino e prosegui in direzione del centro di Pino Torinese.
Variante più breve del Percorso 8
Dal piazzale panoramico di fronte la Chiesa della Santissima Annunziata di Pino Torinese, sali lungo via Maria Cristina fino a raggiungere e superare il cimitero. Raggiunta l’area dell’eliporto, imbocca il sentiero della Grande traversata della collina torinese (GTC), arrivando fino a via dei Colli (strada Panoramica di Superga). Percorri via dei Colli fino all’area pic-nic (di fronte al Parco Avventura) e imbocca sulla sinistra il “Sentiero degli Alberi”, sempre continuando sul GTC. Prosegui poi fino a imboccare a sinistra il sentiero 43. Percorri la passerella Tetti Bertoglio per superare la strada del Traforo di Pino. Continua sullo stesso sentiero ed entra nel parco presso Villa Ottolenghi, nella Valle del Cartman. Sali lungo strada comunale del Cresto. Quando arrivi alla sommità della collina, prosegui fino all’incrocio e poi svolta a destra in via Fenestrelle che percorri fino ad arrivare al numero civico 253 dove sorge la casa nella quale per un decennio visse Cesare Pavese. Torna indietro fino alla strada comunale del Cresto, svolta a sinistra e poi a destra dove prendi il sentiero 22, in direzione di Pino Torinese. Passando a fianco di Villa Tabasso, prosegui lungo il sentiero che sale sul crinale e porta alla borgata di Centocroci. Raggiungi via Torino e prosegui in direzione del centro di Pino Torinese.
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